FL Solettificio

Il significato di compostabili: capire i materiali che nutrono la terra

Il significato di “compostabili” si trova al cuore delle discussioni contemporanee su sostenibilità e gestione dei rifiuti. In questo articolo, esploreremo come i materiali compostabili stiano cambiando il modo in cui pensiamo al riciclo e all’eliminazione dei rifiuti, trasformando i resti organici in risorse preziose per il nostro pianeta. Analizzeremo i criteri che un materiale deve soddisfare per essere considerato compostabile, il processo di compostaggio stesso e l’impatto positivo che questi materiali possono avere sull’ambiente. Con una comprensione più profonda di questi concetti, possiamo tutti contribuire più efficacemente alla riduzione dell’impatto ambientale, promuovendo pratiche di smaltimento più ecologiche e sostenibili.

Indice:

  1. Qual è il significato di compostabili?
  2. Quando un prodotto può definirsi compostabile?
  3. Come capire se un prodotto è compostabile?
  4. Come smaltire il compostabile?
  5. Come si ricicla il compostabile?
  6. Quali sono i materiali compostabili?
  7. Che differenza c’è tra biodegradabile e compostabile?

Qual è il significato di compostabili?

Il termine “compostabili” si riferisce a materiali o prodotti che possono essere scomposti biologicamente attraverso il processo di compostaggio. Questo processo naturale di decomposizione avviene grazie all’azione di microrganismi come batteri, funghi e altri organismi decompositori, che trasformano i materiali organici in compost. Il compost prodotto è un ammendante ricco di nutrienti, estremamente benefico per il suolo. I materiali compostabili sono tipicamente di origine organica, come resti di cibo, sfalci di prato, foglie, carta e alcuni tipi di plastica biodegradabile.

Quando un prodotto può definirsi compostabile?

Un materiale compostabile è definito come un materiale che può essere trasformato in compost attraverso un processo di compostaggio. Per essere classificato come compostabile, un materiale deve:

  1. Biodegradarsi: ovvero deve decomporsi completamente sotto l’azione di microrganismi come batteri e funghi in condizioni di compostaggio, trasformandosi in anidride carbonica, acqua e biomassa in una percentuale molto alta entro un tempo definito, solitamente entro pochi mesi.
  2. Disintegrarsi fisicamente: durante il processo di compostaggio, il materiale deve scomparire visivamente e disintegrarsi in pezzi così piccoli che non sono rilevabili nel compost finito.
  3. Non avere impatti negativi sul compost: il materiale non deve rilasciare sostanze tossiche o inquinanti nel compost e deve contribuire positivamente alla qualità del compost prodotto, che deve essere sicuro e utile per l’impiego in agricoltura o giardinaggio.

Per assicurare la conformità a questi criteri, i prodotti compostabili spesso portano certificazioni rilasciate da enti accreditati come BPI (Biodegradable Products Institute) negli Stati Uniti o certificazioni conformi alle norme europee EN 13432 o EN 14995. Queste certificazioni sono fondamentali per i consumatori per riconoscere i prodotti effettivamente compostabili e distinguere da quelli semplicemente etichettati come “biodegradabili” senza soddisfare gli standard rigorosi del compostaggio.

Esempi di materiali compostabili includono certi tipi di plastica creati da amidi o altri polimeri naturali, carta non trattata con chimici, scarti alimentari, e materiali naturali come legno non trattato e fibre di cotone. Questi materiali, quando smaltiti correttamente in impianti di compostaggio industriale o sistemi casalinghi adeguati, si trasformano in compost utile, contribuendo alla riduzione dei rifiuti e al miglioramento della salute del suolo.

Come capire se un prodotto è compostabile?

Per assicurarti che un prodotto sia compostabile, è fondamentale verificarne le caratteristiche e la conformità agli standard di compostabilità. Innanzitutto, un indicatore affidabile è la presenza di certificazioni specifiche. Ad esempio, la norma EN 13432 in Europa e lo standard ASTM D6400 negli Stati Uniti sono garanzie che un prodotto soddisfi i criteri per essere compostato in impianti industriali. Un’altra certificazione rilevante è quella del Biodegradable Products Institute, che valida la compostabilità secondo criteri scientifici rigorosi.

Oltre alle certificazioni, è importante esaminare le etichette dei prodotti. I produttori attenti alla sostenibilità spesso indicano chiaramente la compostabilità sul packaging. Inoltre, visitare il sito web del produttore può offrire ulteriori dettagli sui materiali utilizzati e sulle pratiche di sostenibilità adottate.

Considerare anche il tipo di materiale è essenziale; alcuni, come la carta non trattata o certi tipi di plastica biobasata, sono generalmente riconosciuti come compostabili. Tuttavia, verificare le certificazioni rimane il modo migliore per garantire la compostabilità effettiva, poiché l’aspetto visivo da solo può ingannare.

Infine, consultare le linee guida locali di smaltimento dei rifiuti può essere decisivo, poiché le normative variano notevolmente da un’area all’altra e possono influenzare quali prodotti sono accettati nei programmi di compostaggio locali. Seguendo questi consigli, sarai in grado di fare scelte più informate e sostenibili, distinguendo con sicurezza i prodotti veramente compostabili da quelli che non lo sono.

Come smaltire il compostabile?

Lo smaltimento corretto dei rifiuti compostabili è essenziale per garantire che si trasformino effettivamente in compost utile, riducendo al contempo l’impatto ambientale. Ecco come procedere per un corretto smaltimento:

  1. Verifica le politiche locali: prima di tutto, è importante controllare le linee guida del proprio comune o della propria città riguardo la raccolta dei rifiuti compostabili. Alcune aree offrono servizi di raccolta dei rifiuti organici a domicilio o dispongono di punti di raccolta specifici per il compostaggio. Conoscere e seguire le regole locali è fondamentale per garantire che i rifiuti vengano trattati correttamente.
  2. Utilizzo di bidoni appropriati: se il tuo comune offre un servizio di raccolta del compost, probabilmente fornirà anche specifici bidoni o sacchetti compostabili approvati per tale scopo. È importante utilizzare solo i contenitori indicati per evitare contaminazioni che potrebbero rendere il materiale non compostabile.
  3. Separazione dei rifiuti: assicurati di separare accuratamente i rifiuti compostabili da altri tipi di rifiuti come plastica, metallo, vetro e rifiuti non compostabili. Questo include tutto ciò che è di origine organica come resti di cibo, residui di giardino, carta e cartone non trattati chimicamente.
  4. Compostaggio domestico: se non esistono servizi di compostaggio comunale o preferisci gestire i tuoi rifiuti organici, puoi considerare di avviare un compostaggio domestico. Esistono diverse soluzioni, da compostiere tradizionali a sistemi di vermicompostaggio, che utilizzano lombrichi per accelerare il processo. Queste soluzioni trasformano i rifiuti organici in compost che può essere utilizzato per arricchire il suolo del giardino.
  5. Evitare contaminazioni: è cruciale assicurarsi che solo materiali compostabili siano inseriti nel tuo bidone del compost. Materiali non compostabili possono contaminare il carico e rendere tutto il lotto inutilizzabile. Inoltre, alcuni prodotti etichettati come compostabili possono richiedere condizioni specifiche non raggiungibili nei sistemi domestici e dovrebbero quindi essere trattati tramite impianti industriali.
  6. Educazione continua: infine, informarsi e rimanere aggiornati sulle migliori pratiche di compostaggio e sulle normative locali può aiutare a migliorare l’efficienza del processo di compostaggio e a ridurre l’impatto ambientale generale.

Seguendo queste linee guida, puoi contribuire significativamente alla riduzione dei rifiuti e alla produzione di un prezioso ammendante per il suolo, promuovendo al contempo un ambiente più sostenibile.

Come si ricicla il compostabile?

Il termine “riciclo” del compostabile può a volte prestare a confusione, poiché tecnicamente i materiali compostabili non vengono “riciclati” nel senso tradizionale, ma piuttosto “compostati”. Il compostaggio è un processo specifico che trasforma i rifiuti organici in compost, un prodotto utile che arricchisce il terreno.

Quali sono i materiali compostabili?

I materiali compostabili sono quelli che possono essere scomposti biologicamente in compost attraverso il processo naturale di decomposizione. Ecco una lista dei materiali più comunemente riconosciuti come compostabili:

  1. Scarti di cibo: questi includono frutta, verdura, fondi di caffè, filtri di caffè di carta, gusci d’uovo, e avanzi di cibo cotti e crudi. Tuttavia, è importante evitare di aggiungere oli, grassi e latticini in grandi quantità, poiché possono interferire con il processo di compostaggio e attirare parassiti.
  2. Residui di giardino: foglie, erba tagliata, rametti, fiori appassiti e altre materie vegetali sono eccellenti per il compostaggio. Questi materiali aggiungono carbonio e azoto, essenziali per un buon equilibrio nel compost.
  3. Carta e cartone: carta non trattata, cartone (come scatole di cereali, rotoli di carta igienica), giornali e altri tipi di carta non rivestita possono essere compostati. È importante evitare carta lucida o stampata con inchiostri tossici.
  4. Prodotti di legno naturale: trucioli di legno, segatura e bastoncini possono essere aggiunti al compost, purché non siano stati trattati con sostanze chimiche o vernici.
  5. Materiali tessili naturali: pezzi di cotone, lana, e seta possono essere compostati se non trattati chimicamente. Tuttavia, questi materiali possono richiedere tempi più lunghi per decomporsi completamente.
  6. Certificati plastici compostabili: alcune plastiche, soprattutto quelle derivate da fonti biologiche come l’amido di mais (PLA), sono progettate per essere compostabili. Questi prodotti dovrebbero essere chiaramente etichettati e certificati secondo standard come EN 13432 o ASTM D6400.
  7. Ceneri di legno: le ceneri di legno non trattato possono essere aggiunte in piccole quantità come fonte di potassio e altri minerali, ma è essenziale usarle con moderazione per non alterare l’equilibrio del pH nel compost.

Per garantire un compostaggio efficace e sicuro, è importante bilanciare i materiali ricchi di carbonio (come carta e materiale legnoso) con quelli ricchi di azoto (come scarti di cibo e residui di giardino), mantenere una buona aerazione e idratazione, e monitorare regolarmente per evitare cattivi odori o la presenza di parassiti. Questi materiali, una volta compostati, si trasformano in un emendante ricco di nutrienti che migliora la qualità del suolo, sostenendo così la sostenibilità ambientale.

Che differenza c’è tra biodegradabile e compostabile?

Quando parliamo di materiali biodegradabili, ci riferiamo a quelli che possono essere scomposti in sostanze naturali come acqua, anidride carbonica e biomassa grazie all’azione dei microrganismi, quali batteri e funghi. La biodegradazione può avvenire in diversi ambienti, inclusi suolo, acqua e compost, e i tempi necessari possono variare notevolmente. Inoltre, non ci sono garanzie sui prodotti finali di questo processo, che potrebbero includere residui potenzialmente tossici.

I materiali compostabili, invece, sono una sottocategoria specifica dei biodegradabili. Questi non solo si degradano biologicamente, ma lo fanno in modo tale da trasformarsi in compost, un emendante ricco e sicuro per il suolo. Il processo di decomposizione dei materiali compostabili avviene in condizioni controllate, come quelle di un impianto di compostaggio industriale, dove temperatura, umidità e aerazione sono ottimali per una rapida decomposizione. I prodotti finali di questo processo non devono contenere sostanze nocive e devono poter migliorare la qualità del terreno. Materiali compostabili devono inoltre aderire a standard rigorosi come la norma EN 13432 in Europa o la ASTM D6400 negli USA, che assicurano la loro sicurezza e efficacia nel compostaggio.

È importante distinguere i materiali compostabili dai biodegradabili: mentre i biodegradabili sono semplicemente in grado di decomporsi in ambienti naturali grazie all’azione di agenti biologici, i compostabili, oltre a decomporsi, devono farlo in un tempo relativamente breve e senza lasciare residui tossici, trasformandosi in un prodotto che migliora la qualità del terreno.

—–

Solettificio Fontaneto è un esempio lampante di come le aziende possano abbracciare con successo pratiche sostenibili nel loro processo produttivo. La loro iniziativa di produrre solette biocompostabili non solo riflette un impegno verso l’innovazione sostenibile ma evidenzia anche un’attenzione particolare alla qualità e alla durata dei prodotti.

L’azienda non si limita a produrre solette rispettose dell’ambiente, ma si impegna costantemente per superare gli standard di sostenibilità, porsi come modello nel settore e influenzare positivamente non solo i fornitori e i clienti ma anche i propri dipendenti. Il loro lavoro va oltre il prodotto stesso, integrando la sostenibilità come un elemento fondamentale della cultura aziendale.

La collaborazione di lungo termine con Bartoli Spa, un leader nel settore dei cartoni fibrati, sottolinea ulteriormente questa dedizione. Questa partnership ha permesso di ottenere risultati significativi in termini di risparmio di risorse e riduzione dell’impatto ambientale, come dimostrano i dati del 2020.

In ultimo, il Solettificio Fontaneto dimostra che la sostenibilità può andare di pari passo con la produzione di beni di alta qualità. Attraverso l’uso di materiali biodegradabili e compostabili, l’azienda non solo protegge l’ambiente ma offre anche ai consumatori la possibilità di fare scelte più verdi, contribuendo così a un futuro più sostenibile per tutti. Questo impegno rende il Solettificio Fontaneto un vero pioniere nella sua industria, promuovendo un approccio rispettoso e responsabile verso il nostro pianeta.

Contattaci

    Articoli Recenti